Il sesso non è solo un mero atto volto a provare piacere. Il sesso è un lingua che va scoperta e imparata: una lingua fatta di attimi, di tocchi fugaci, d’intesa e sensazioni che riesce a creare, nel connubio di due anime, quell’armonia unica e inconfondibile.
In quest’idea crede Lilli Gruber che, nella giornata di sabato 11 maggio, in occasione del Salone del libro di Torino, presenta il suo ultimo libro “Non farti fottere” (Rizzoli), attraverso un dialogo con Max Felicitas, pornoattore italiano.
In questo saggio l’autrice indaga un mondo ancora troppo inesplorato: quello della pornografia, spinta dal desiderio di comprendere quanta libertà sia presente nella sfera sessuale.
“Viviamo in una società in cui tutto viene sessualizzato. Chiari esempi sono stati le tragiche vicende accadute a Caivano e Palermo.”
Ad oggi, infatti, anche i ragazzi più piccoli hanno libero accesso a numeroso materiale pornografico che li porta a maturare una visione travisata dell’atto sessuale, convincendosi che non sia altro che un “gioco di dominio, nel quale il corpo di una donna è carne da macello”.
Per tale motivo, i genitori delle nuove generazioni sono in difficoltà nel proteggere i loro figli sia dalla disinformazione che dal furto dei dati personali, raccolti e rivenduti ad ogni accesso ad un sito pornografico e privi di norme.
Come allora il porno privo di controlli diventa una minaccia?
“Tutto l’immaginario passa attraverso le immagini”- spiega l’ autrice – “è per questo che diventa più complicato comprendere cosa sia la realtà e cosa la finzione. Così nasce una forte cultura di massa caratterizzata da un capitalismo selvaggio che distorce la visione del sesso tra i più giovani”
Come racconta Max Felicitas, infatti, nel mainstream porn le risorse si concentrano nelle mani dei grandi produttori che si arricchiscono vendendo un’immagine travisata dell’atto. Nel tentativo di rispondere a tale domanda, i e le sexworker vivono situazioni difficili e sregolate in quanto privi di tutela.
Dunque, come risolvere tale problematica? Ė veramente possibile farlo?
Per i due, “è sbagliato censurare la curiosità dei bambini, bisogna però costruire giovani più consapevoli ed informati”: diventa così fondamentale il dialogo aperto.
Non solo: la soluzione più opportuna – e forse più complessa da mettere in atto- sarebbe quella di mettere l’industria porno a pagamento, rendendone il mercato più regolato e corretto.
In un’epoca di “analfabetismo affettuoso” diventa così fondamentale ascoltare e ascoltarsi, vivere e viversi.