“Questa storia ci insegna la certezza che si può sopravvivere a tutto e nonostante tutto”. Questa è sicuramente una delle frasi che meglio riassume il dramma reale raccontato da Lola Larra attraverso il suo ultimo romanzo “Sprinters”. L’autrice, figlia di esiliati cileni, racconta di come la ricerca intrapresa per la costruzione di questo lavoro l’abbia avvicinata per la prima volta alle sue origini cilene, che non aveva mai sentito come proprie. Al contrario spiega come questo sentimento di nostalgia, frutto dell’esilio, abbia caratterizzato non solo la vita dei suoi genitori ma anche quella di tante persone che l’hanno vissuto. Proprio per questo è di fondamentale importanza il ruolo della letteratura volta a sanare ferite profonde che hanno segnato la storia di paesi come il Cile, che non ha ancora introiettato il dolore di questi eventi e dove “giustizia non è ancora stata fatta”. Ma di cosa parla davvero il libro? La storia si svolge all’inizio degli anni ’60 a Colonia Dignidad, enclave cilena fondata nel secondo dopoguerra da ex nazisti fuggiti dalla Germania; questo luogo durante la dittatura di Pinochet divenne un centro di internamento e tortura di dissidenti e anche al termine di essa rimase un luogo isolato e indipendente dal mondo esterno, “un luogo mostruoso“. Questa storia tragicamente incredibile ha preso forma grazie ad una spinta politica e viene raccontata con un metodo giornalistico, grazie al quale Lola ha potuto intervistare molte persone che hanno avuto un’esperienza diretta. Come in una vera e propria inchiesta giornalistica, il filo conduttore di tutto il suo operato è la verità. Un’altra caratteristica peculiare di questo lavoro, presente grazie all’intervento di un editore indipendente, di cui l’autrice sottolinea più volte la scelta per questioni di preferenza in questo ambito lavorativo, è lo storyboard tratto dal progetto di una pellicola mai realizzata. Oltre a giudicare duramente la cecità del Cile rispetto a questo aspetto della propria storia, “Sprinters” unisce elementi di fiction e un’indagine sulla pazzesca storia di questa colonia rimasta isolata per quarant’anni, regalando al lettore un’esperienza estremamente avvincente e al contempo cruda.