Cronache, Portici di Carta 2024

Caffè da intellettuali


Ilenia Baiocato e Jole Festini Purlan

Liceo Classico Vittorio Alfieri - Torino

Oggi, 13 ottobre 2024, abbiamo preso parte alle passeggiate letterarie di Portici di Carta, nello specifico alla passeggiata intitolata a Guido Gozzano, Cesare Pavese e Giovanni Arpino – il figlio del quale ha preso parte alla passeggiata.

Seguendo le orme dei fantasmi degli intellettuali del XVIII-XIX e XX secolo, abbiamo attraversato i portici e le strade sulle quali passeggiavano e conversavano, soffermandoci sui punti di ritrovo a loro più cari, caffè, teatri, cinema. Questi ambienti, in particolare i caffè, erano luoghi di incontri e scambi letterari in cui moltissimi scrittori hanno anche prodotto le opere che conosciamo oggi. 

Dopo esserci trovati davanti al caffè Norman abbiamo proceduto verso piazza Castello, dove ci siamo fermati sotto la chiesa di San Lorenzo, presso la quale Torquato Tasso assistette nel 1578 all’officiazione tenuta dal cardinale Borromeo dopo che la sindone era stata spostata, insieme alla capitale, da Chambéry a Torino. Da qui ci siamo voltati verso Palazzo Madama che domina il centro di piazza Castello e che se Nico Orengo fa imbrattare dai suoi personaggi ne La misura del ritratto, Giovanni Arpino invece fa perfino andare a fuoco in Domingo il favoloso.

Da Palazzo Madama ci siamo quindi spostati verso l’Accademia militare, che Vittorio Alfieri frequentò e descrisse nella sua autobiografia romanzata, e verso il Teatro Regio, storico centro culturale, il cui incendio nel 1936 ha dato il titolo all’autobiografia di Mario Lattes L’incendio del Regio

Attraversando poi la Galleria Subalpina, ci soffermiamo sul celebre caffè Baratti & Milano, già allora famoso tra gli intellettuali, addirittura all’estero.

Dopo aver osservato piazza Carignano e il suo teatro, nel quale vi sono state rappresentazioni sia di Alfieri che di Goldoni, ci è stato raccontato della lunga attesa di Pavese di fronte al cinema Lux, la sera in cui si fermò per incontrare la ballerina della compagnia di Isa Bluette di cui era infatuato, restando deluso. Infine siamo giunti in piazza San Carlo che con il suo rigore ed equilibrio ricorda lo stile di de Chirico e rispecchia perfettamente lo stile di scrittura che la stessa città ispira. 

Abbiamo così potuto vedere Torino attraverso gli occhi degli intellettuali che, tra un vermouth e un caffè, si ritrovavano, conversavano, e scrivevano i loro capolavori. 

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