Cronache, Internazionale Ferrara 2022

Brasile, attacco alle istituzioni: il punto di vista degli indigenisti


Elena Zimelli, Lucia Cavazzini


In vista delle elezioni che si terranno in Brasile nel mese di ottobre, oggi al Festival di Internazionale si è tenuto un incontro sulla situazione politica, sociale e climatica del paese: ne è emersa la crisi che, da almeno trent’anni, investe il paese in tutti questi ambiti. Caduta la dittatura, infatti, si è instaurato un governo corrotto che ritiene “il povero” un nemico dello Stato. Il presidente Bolsonaro, uno degli artefici di questo tragico sviluppo della politica, è in parte responsabile dell’attuale deriva etica del governo. I brasiliani pertanto stanno riponendo le proprie speranze  nel candidato alla presidenza, Lula.

Jair Bolsonaro, durante il proprio mandato, ha permesso la deforestazione dell’Amazzonia, provocando la desertificazione di zone un tempo prospere e ha iniziato una guerra contro le popolazioni indigene cacciandole dalle loro terre. La dittatura ha creato la polizia militare e le leggi che la tutelano. Esse ancora oggi persistono, permettendo una corruzione capillare e diffusa all’interno delle istituzioni che governano il paese. 

Il giornalista Andrea Palladino invece sottoposto alla riflessione del pubblico il problema rilevante, ma indiretto degli allevamenti: piano piano stanno consumando le risorse del pianeta richiedendo enormi quantitativi di mangime a base di soia. Per sostenere questo ritmo immense coltivazioni occupano spazi ricavati dal disboscamento non a norma o da incendi dolosi illegali della foresta amazzonica. Vengono anche sfruttate le pessime condizioni sociali dei contadini che hanno perso le proprie terre: i proprietari delle grandi multinazionali promettono ai lavoratori uno stipendio, che poi non corrispondono loro in misura adeguata, e fanno sì che questi si indebitino in un circolo vizioso che obbliga gli agricoltori a lavorare in condizione di schiavi.  

Riccardo Rao, avvocato e indigenista brasiliano, porta una testimonianza diretta raccontando come, a seguito di denunce a difesa della comunità indigena, sia dovuto scappare dal proprio paese temendo per la propria vita. Ha iniziato la propria lotta per la verità e la giustizia contro gli interessi personali di oligarchi e latifondisti partecipando all’organizzazione FUNAI (Fundação Nacional do Índio) che si occupa della difesa indigenista in Amazzonia. La madre stessa infatti operava come infermiera in questa fondazione e quando non è riuscita a salvare una donna incinta ha deciso di adottarne il figlio, che ora è fratello di Rao.

Prende poi la parola Angelo Ferracuti, autore di Viaggio sul fiume mondo (Mondadori, 2022); il giornalista è in collegamento da Manaus e racconta di come l’apparente calma pre-elezioni celi in realtà paura “angosciosa” diffusa di possibili azioni violente da parte dello stato. Il presidente stesso infatti ha minacciato un attacco militare alle istituzioni in caso perda le elezioni. Il futuro del Paese è quindi incerto: riuscirà Lula a vincere le elezioni e a riportare la democrazia nel Paese?

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