”Quando avete capito di non essere trans?”
Con questa frase è iniziato il discorso della scrittrice e attivista Daisy Letourneur durante l’incontro di venerdì 29 settembre al Cinema Apollo. La scrittrice ha spiegato, infatti, che, solo chi si riconosce nel sesso che la natura gli ha dato non si deve sentire superiore o migliore delle persone trans. Letourneur ha presentato il suo libro, Uomini non si nasce (Fandango Libri, 2023) il cui argomento principale è la mascolinità, e come questa critichi il concetto che la nostra società fornisce sulla figura dell’uomo e della donna. Le stesse istituzioni sociali, politiche e religiose mettono in discussione il diventare trans. Ed è proprio per smentire questi preconcetti e divulgare che, al mondo, non esistono cittadini di serie B rappresentati dalla comunità trans o ,in generale, da qualsiasi minoranza, che Letourneur ha deciso di scrivere il suo libro. L’attivista, poi, ha spiegato come i social costituiscano un vantaggio per la diffusione di tematiche così rilevanti, un utile strumento per smontare la demonizzazione della figura trans, sostenuta dal bigottismo cattolico. Il pensiero bigotto sostiene ,infatti, che la scelta di compiere una transizione sia un’azione realizzata con l’unico scopo di distruggere tutto ciò che è considerato “tradizionale” nella nostra società. Il mondo in cui viviamo tollera sempre meno un’aperta omofobia, proprio perché con il tempo i diritti delle persone omosessuali sono stati riconosciuti. Ciò non toglie che, al suo posto, non venga attaccata un’altra categoria, quella transgender. Uno dei diritti più importanti è quello dell’autodeterminazione, cioè il diritto di essere quello che si vuole e di esprimerlo apertamente tramite il proprio corpo.
La relatrice accenna, poi, alla sua associazione “Toutes des femmes”, movimento femminista fondato nel 2017, e a quanto sia importante coinvolgere più persone possibili all’interno di collettivi di questo genere. Facendo riferimento al suo paese natale, la Francia, Daisy Letourneur precisa che molti movimenti femministi sono composti sia da persone trans che da persone che non sanno da che parte schierarsi e che, anzi, a seconda della situazione cambiano punto di vista. Solo grazie ad associazioni femministe possiamo batterci in questa lotta contro l’ignoranza. Letourneur si sofferma anche sul peso delle parole e su come, spesso, queste vengano utilizzate in tono accusatorio nei confronti delle donne transessuali. Essere donna nella nostra società è infatti ancora un vincolo; per questo, per le donne transessuali, avere gli stessi diritti delle altre donne è più difficile.
L’attivista, poi, per evidenziare come la medicina si sia evoluta nei confronti delle persone transessuali, prende ad esempio il suo paese, dove, per molto tempo, si dovevano affrontare dei “test” per dimostrare la propria determinazione a diventare transessuali. Erano i medici che decidevano per i pazienti , e, spesso, venivano assegnate delle cure che erano dei veri e propri maltrattamenti. Ad oggi, la situazione è decisamente migliorata. Vige il cosiddetto “approccio affermativo”, secondo il quale il desiderio del paziente viene ascoltato e la persona intenzionata ad intraprendere un percorso di transizione viene accompagnata per l’intera durata del processo da uno psicologo. Rimane, tuttavia, un problema di principio; infatti non tutti i medici e gli psicologi vogliono avere pazienti, in questo caso donne, transessuali poiché non le ritengono delle vere e proprie “donne”.