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Storia di Richi fantasma con la varicella


Francesco Morgando

Istituto Comprensivo Statale Vistrorio - Torino

L’Istituto Comprensivo Statale Vistrorio di Torino,  scuola primaria, ha adottato Francesco Morgando: durante i loro incontri hanno prodotto un racconto molto originale che l’autore adottato si è incaricato di  farci avere per poterlo pubblicare qui per voi. Buona lettura e buon divertimento!

Richi, come tutte le mattine, si era svegliato e aveva fatto la pipì e poi si era lavato la sua faccia di fantasma quadrato. Ma guardandosi allo specchio aveva notato qualcosa di strano. Sulle sue guance bianchissime di fantasma erano comparsi dei pallini rossi. Richi si era avvicinato per guardarli meglio e subito dopo aveva cominciato a sentire un forte prurito. 

Bisogna sapere che per un fantasma non è facilissimo grattarsi. Perché i fantasmi non hanno le unghie e se sentono un prurito hanno due opzioni: tenersi il prurito, oppure trovare un albero, passarci attraverso, e grattarsi al contatto con la corteccia. 

Per fortuna Richi, che è un fantasma dell’Ucraina, vive vicino a un bosco. Così passa tutta la mattina ad attraversare gli alberi e provare a togliersi il prurito. Ma all’ora di pranzo, niente da fare: i puntini erano diventati più di cento e anche il prurito era aumentato. Ormai passare attraverso gli alberi non bastava più. Bisognava trovare qualcosa che togliesse ancora più prurito. Richi allora si ricordò del suo amico Pandino_xl, un fantasma di Parigi che aveva la forma di un coltello. Forse se gli avesse dato delle carezze piano con la sua lama seghettata avrebbe sentito meno prurito. Decise quindi di partire.

Richi e Pandino_xl si erano conosciuti al lavoro durante un raduno di fantasmi killer. Questi raduni, che sembrano molto spaventosi, in effetti lo sono. Ma per i fantasmi killer sono molto divertenti. Per questo ci vanno sempre.

Pandino_xl era molto contento di vedere Richi, avevano mangiato insieme e si erano divertiti un mondo a spaventare la gente nella notte di Parigi. Poi Richi e Pandino erano andati a mangiare il dolce da Minion, un altro fantastma parigino. Minion era un drago fantasma e con il suo alito di fuoco aveva preparato la crème brûlé. Richi era molto contento di questa sua gita parigina. Purtroppo, però, riusciva a pensare solo a quei maledetti pallini rossi e a quel maledetto prurito. La lama di pandino_xl era meglio degli alberi, ma comunque non abbastanza per togliere il prurito al povero Richi.

Allora gli era venuto in mente che insieme a Pandino potevano andare a trovare il loro amico Gino. Gino era un altro fantasma a forma di coltello che viveva, ad Issiglio, da 340 anni. Se Gino e Pandino avessero grattato insieme Richi con la loro lama, forse il prurito sarebbe andato via. Quindi presero il treno fino a Torino, poi proseguirono a piedi. 

Essendo un coltello, Gino viveva dentro un cassetto insieme a una forchetta e a un cucchiaio fantasma. Decisero, come prima cosa, di andare a trovare dei loro vecchi amici che stavano vicino a Issiglio: i bambini e le bambine di seconda della Scuola Primaria di Vistrorio. Gli salutarono facendo Bu!, ma nessuno di loro si spaventò particolarmente. Anzi, erano un po’ preoccupati per le pustole di Richi. Ma Richi e Pandino avevano nella scuola un’altra vecchia conoscenza: si chiamava anche lui Gino, ma era un fantasma dalla strana forma: sembrava uno stivale, ma a guardarlo più da vicino aveva la forma dell’Italia. Gino se ne stava tutto il giorno spaparanzavo su una cartina geografica e non vedeva l’ora che i bambini gli facessero il solletico andando a cercare una città sulla mappa. 

Ma torniamo all’unico vero pensiero di Richi: il prurito. Per quanto Gino e Pandino_xl si impegnasserono con i loro coltelli, le pustole continuavano a crescere e il prurito ad aumentare. Non c’era tempo da perdere, bisognava trovare un dottore. E purtroppo l’unico dottore che conoscevano abitava piuttosto lontano. Si  chiamava Zeus e abitava sul pianeta mozzarella. Era un dottore fantasma, specializzato in malattie di fantasmi. É una specializzazione un po’ strana, perché i fantasmi non possono morire di malattia perchè sono già morti. Ma questo non significa che non possano avere raffreddori, mal di schiena o, appunto, pustoline rosse. E Zeus era il dottore più bravo di tutti. 

Il viaggio era molto lungo. Richi salì sul dorso di Minion e partirono insieme. Si fermarono all’autogrill del pianeta dei pancake. Attivarono appena in tempo per la festa dei diciott’anni di Brando Morgando, tricheco fantasma che subito si offrì di grattare la faccia di Richi coi suoi denti trichecosi ma affilati. Richi e Minion salutarono e poi raggiunsero il pianeta mozzarella. Era tutto bianco e colava di latte dal polo sud. Lì c’era un altro tricheco che si chiamava Francesco e che amava sciare nei burroni di burrata. Richi lo salutò e si fece indicare lo studio di Zeus. 

Appena arrivato Zeus si mise gli occhiali e lo guardò attentamente. 

«Richi, devi smettere di grattarti – disse schiarendosi la voce -.  Non serve a niente e ti aumenteranno ancora le pustole» Richi lo guardò con gli occhi sbarrati. 

«Ma come smettere di grattarmi, – rispose – io ho un prurito fantasmagorico!». 

«Non ti grattare. Piuttosto, fai degli impacchi di pizza». 

«Di… pizza?» 

«Tu sei un fantasma, giusto?» 

«Giusto» 

«E sei bianco con dei puntini rossi»

«Sì è vero, ma…» 

«La pizza è rossa con degli straordinari  e buonissimi puntini bianchi di mozzarella»

Richi era piuttosto perplesso. 

«Tu e la pizza dovete scambiarvi i puntini – aggiunse Zeus -. Tieni questa pizza sulla faccia per un’ora e poi ritorna qui. 

È incredibile, ma la cura di Zeus funzionò. La pizza margherita si trasformò in una marinara e Richi tornò ad essere bianco accecante come il pianeta Mozzarella. Richi era così contento. Ringraziò Zeus, lo abbracciò e gli regalò una torta di papavero e dei Vareniki Ucraini. Lui, Minion e Zeus li mangiarono insieme. 

Poi i due ripartirono. Senza più pruriti, finalmente, Richi potè tornare al suo vecchio lavoro: il killer. E per ricominciare, non c’era un posto migliore della città zombie in cui abitava il suo amico Pandino xl, cugino del pandino xl suo amico parigino.

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