Il dolore dell’adolescenza e gli scontri generazionali: il libro “L’estate che ho ucciso mio nonno” (edito da Bollati Boringhieri) di Giulia Lombezzi è stato presentato oggi al Salone del Libro. Tra i temi trattati c’è il patriarcato, che attribuisce alla donna il compito di occuparsi dei figli e dei genitori anziani, ma anche i disturbi legati all’alimentazione. La protagonista della sua opera, infatti, soffre di bulimia: cerca conforto nel cibo per rendersi visibile agli occhi della madre assente.
Ma, contro ogni aspettativa, anche il tema della leggerezza è fondamentale. La scrittrice ha spiegato che per lei l’idea di leggerezza è rappresentata dalla figura del clown. Sbaglia di continuo, scherza e gioca davanti a un pubblico che ride, però “ha sempre qualcosa di deforme”.
Per immergersi nel mondo giovanile, l’autrice prende ispirazione da alcuni dei suoi allievi dei corsi di teatro che tiene: “I loro pensieri mi sono rimasti addosso”.