“Non è un libro autobiografico anche se Celeste era mia zia” Afferma lo scrittore e docente Marco Magnone riguardo al suo ultimo libro, La Guerra di Celeste.
In questo libro Celeste cambia prospettiva, a differenza della sua famiglia simpatizzante per il fascismo, lui decide di aprire gli occhi per scoprire la verità e diventa partigiano, scegliendo la strada più impervia, quella della giustizia. Proprio come fa Celeste anche Marco volta pagina cimentandosi in una nuova tecnica di scrittura, l’azione prevale sull’introspezione dei personaggi. Grande è il tempo dedicato dall’autore alla documentazione sul tema della Resistenza Partigiana, interesse che lo accompagna fin dall’infanzia. È molto legato ad autori come Fenoglio e Calvino, che lo hanno ispirato nella stesura di questo romanzo.
“Bisogna accettare la propria diversità e usare l’ironia per digerire gli orrori della guerra”. Per l’autore, definito “simpatico e autoironico” dalla critica, in questo momento storico si è perso il valore della pace e le attualissime crudeltà della guerra in Ucraina devono insegnarci ad apprezzare i momenti pacifici, anche perché a pagare il prezzo più alto è sempre la gente comune.