Il Premio Mondello 2021 parla a un Auditorium pieno fino all’orlo. Al Salone Internazionale del Libro, Michel Houellebecq (Saint-Pierre, 1956) si racconta rispondendo alle domande di Marco Missiroli, giudice monocratico di questa edizione del Premio. Sulla sua vita prima della pubblicazione si sofferma poco: ha iniziato leggendo poemi, pubblicandone anche di propri. Ha scoperto il talento per la scrittura di romanzi solo in seguito, dando inizio a un buono (seppur breve) periodo in cui era solo uno scrittore promettente ancora privo di polemiche, perché -dice- «per essere polemici bisogna avere un gran successo».
Missiroli punta l’attenzione sul ruolo dell’amore nei romanzi dell’autore, carnale e sensuale sopra ogni altra cosa, che pure Houellebecq racconta con un’assoluta normalità; alla stregua del lavoro, dell’amicizia e di altri aspetti fondanti della quotidianità. Con un piccolo sorriso ricorda un caro passaggio sull’esistenza dell’amore in Schopenhauer, perché se l’amore non esistesse (come sostenevano molti dei filosofi suoi contemporanei), non se ne parlerebbe tanto in poesia, in scrittura, nell’arte. D’altro canto Houellebecq confida al pubblico una sua propria pillola sull’amore, che «ha lo stesso ruolo che può avere Dio: ci sono dubbi sulla sua esistenza, ma anche se Cristo si sbagliasse sarebbe preferibile stare dalla sua parte».
Lo stile di Houellebecq è quindi raccontato come fluido, mutevole, che passa dalla filosofia alla scienza, pura e oggettiva, attraverso uno studio sociologico dei personaggi. Proprio questo irrita molti, dice l’autore: l’assenza dell’aspetto psicologico e la sovrabbondanza di attenzione alla sociologia, alla storia. Si preferisce essere ridotti a causa chimica prima di essere rinchiusi in una categoria sociologa, e al perché domandato da Missiroli risponde prontamente «perché è quella giusta».
Houellebecq è stanco, ha finito di lavorare a un nuovo libro a cui però manca ancora il personaggio femminile. Ci lascia con un’immagine sorprendentemente mite di quell’autore cinico e polemico che sembrava trovarsi dietro le pagine dei suoi libri.