Cesare Cremonini, artista, attore, scrittore e ora anche regista, presenta il suo ultimo libro “Let them talk”. Lasciali parlare.
Cesare sta ultimando il suo nuovo disco ed è pronto a partire con un nuovo tour che lo porterà in sette stadi e all’autodromo di Imola nella prossima estate.
La sua carriera comincia presto: a sedici anni scrive la sua prima canzone sui banchi del liceo e nel 1999 fa uscire insieme ai Lunapop, gruppo di cui faceva parte inizialmente, “50 special” con cui venderà un milione e mezzo di copie.
Ha conosciuto un successo clamoroso a vent’anni, realizzando così un sogno che aveva da bambino: non tanto quello di trovarsi davanti al pubblico e di fare un autografo, desiderava fare parte del mondo dello spettacolo. Guardava al palcoscenico come a un elemento magico. Il palcoscenico, dice, è in tutte le vite: è un padre che parla ai suoi figli, è un prete alla messa della domenica, è una maestra con i suoi bambini.
Arriva a proporre la sua musica alla fine degli anni novanta, quando essa aveva un ruolo di primo piano nelle vite di tutti i giovani: a scuola non si parlava che di formare una band per suonare a pomeriggio.
Quello che gli è accaduto è di vedere realizzato tra le sua mani il desiderio che combaciava esattamente con quello che aveva letto nei libri e nei film quando si parlava di successo.
Quando Cremonini parla del suo successo, lo definisce come un big bang che è esploso a diciotto anni e oggi, la sua passione e la sua voglia di raccontarsi attraverso le canzoni non è altro che la scia di questo boom di energia. Dentro è rimasto quello stesso ragazzino che inseguiva la sua stella cometa. Dopo un successo iniziale così grande, ha dovuto lavorare sulla credibilità, sul suo significato e allo stadio di San Siro, a Milano, nel 2018 di fronte a cinquantacinque mila persone ha dato senso a quel significato e ha raggiunto la sua stella cometa.
Tante sono le persone che sono cresciute con lui, che hanno visto maturare la sua musica. Ha dovuto affrontare anni in cui ai concerti non veniva nessuno: passa dall’essere a 18 anni “l’ospite più importante nelle prime serate di Rai uno”, al dover assistere a persone che a metà concerto andavano via. Ciò che però non è mai cambiato è la sua energia. Si è sempre sentito come nella notte di San Siro, anche quando ha cantato sui palchi di paesi in provincia. Mario Calabresi, che lo ha intervistato questa sera al Salone Internazionale del libro, lo ha rimarcato più volte: anche nei momenti di difficoltà Cesare racconta sempre tutto come se avesse una vita.
Quella di Cesare è una musica che parla a tutti, dai dodici ai settant’anni, però non se ne preoccupa, dice. Crede nelle canzoni universali e crede che la musica e l’arte siano un luogo di incontro in cui c’è spazio per tutti.
“Let them talk” si riferisce a tante cose ma è soprattutto un tema di canzoni. Cremonini le canzoni le scrive e ama scriverle, vorrebbe non smettere mai ci confessa. “Tutte le volte in cui ho lasciato fare a loro, è sempre andata meglio di quando ho agito”. E’ pronto il suo nuovo disco che sarà il motore del prossimo tour ed è tornato a Londra a registrarlo nello stesso studio in cui i Beatles hanno registrato quasi tutte le loro canzoni.
Sua mamma, la signora Carla, gli diceva che non sarebbe mai stato bello ma che sarebbe stato buffo, ne ha dette di tutti i colori anche sulle sue canzoni. Quando le ha fatto sentire il suo ultimo album gli ha detto soltanto una cosa: con questo andiamo a new York!
A Cesare auguro di andare a New York, ma soprattutto di tornare negli stadi. Lì dove lo aspettano i suoi fans, il piccolo Cesare con il ciuffo rosso da prendere per mano e la sua stella cometa.