“Uno sguardo tagliente“. É il titolo dell’incontro tenutosi giovedì 14 ottobre, nella Sala Viola del Salone del Libro di Torino, moderato dall’ex moglie di Luca Rastello, Monica Bardi, dal giornalista Giorgio Morbello, dall’amico Ferruccio Sansa e dallo studioso Elia Faso. La presentazione era volta a descrivere innanzitutto la figura coraggiosa e auto-ironica dell’autore e, successivamente, la raccolta di articoli e reportage Uno sguardo tagliente.
Luca Rastello è stato uno scrittore e giornalista contemporaneo, ma anche un grande amante della vita; infatti, come è emerso dagli interventi dei suoi conoscenti più intimi, uno degli aspetti che meglio lo caratterizzava, era la vivacità. Una vivacità “non cinica, ma malinconica e nata dal senso di compassione” che lo animava instancabilmente, perfino dopo l’avvento di una malattia incurabile. Diceva infatti ” vedo cervi dappertutto”, riuscendo metaforicamente, tramite la figura del cervo, da sempre asociata Ade, e con il coraggio delle sole parole, a dare vita a un affresco estremamente rappresentativo e paradossalmente vitale, dell’oppressione della morte dalla quale si sentiva circondato e di cui sentiva inevitabilmente l’incombenza.
Altre parole, però, hanno saputo tinteggiare la personalità di Luca Rastello: uguaglianza, verità, riflessione, rispetto e curiosità nei confronti dell’Altro. È proprio sui concetti di “alterità” e “punto di vista” che ci si è concentrati maggiormente: nelle sue opere (indipendentemente dal genere), lo scrittore ha sempre messo da parte l’Io per concentrarsi sull’Altro. Per lui, la vita significava “essere soli insieme”, ovvero un’esperienza corale che, così come la morte, andava condivisa a ogni costo. Riteneva che l’ingenuità non fosse innocente e che l’innocenza non fosse innocua; secondo Luca Rastello, a cui spesso è collegata l’idea di “senso del tragico“, siamo responsabili anche dei nostri errori.
Le domande che era solito a porsi erano: “Quanto abbiamo sbagliato?” e “Cosa possiamo cambiare la prossima volta?”, domande di natura empatica e mai egocentrica che lasciavano intuire l’acutezza del suo sguardo sul mondo. Una penna divertente e mordace, intrisa di vita, in grado di comporre testi graffianti, strutturati e letterariamente consapevoli. Un uomo impossibile da prevedere nella sua eccentricità: amante dell’epica e del mito, Luca Rastello era un grande narratore e un cercatore di umanità e perdute felicità fra i detriti.