Oggi, 14 ottobre 2021, il Salone Internazionale del Libro ha ospitato lo scrittore e saggista spagnolo Javier Cercas, che ha presentato il suo nuovo romanzo Indipendenza.
Si tratta del secondo capitolo di una dilogia noir-giallo, che può però essere letto in maniera indipendente. Il tema attorno al quale ruota la narrazione è la ricerca della patria, intesa non come paese, bensì come ricerca dell’io e congiunzione con i propri lieti ricordi e i propri cari, o come diceva Voltaire “dove si è liberi”.
A cimentarsi in quest’impresa è Melchor, poliziotto appassionato di libri, dal passato da tossico-dipendente e madre prostituta. Ad alcuni anni dalla morte della moglie, dovrà tornare a Barcellona da sua figlia Cosette, dove affronterà un compito molto arduo: occuparsi del ricatto della sindaca della città. Ancora segnato nel profondo dal rimorso per non aver trovato gli assassini di sua moglie, Melchor sarà costretto a entrare nelle stanze del potere, dove regnano il cinismo, l’ambizione sfrenata e la corruzione.
Compirà così un appassionante viaggio interiore attraverso il quale troverà la sua vera persona, all’insegna di furia, dolore, violenza e ritorno dei suoi fantasmi.
«La letteratura è forma». Secondo Cercas infatti, il lavoro di uno scrittore è trovare la forma, e grazie a questa arrivare a dire cose che prima non riusciva a dire.
Andare alla ricerca di un buon libro da scrivere per riuscire a comunicare quello che avevamo veramente intenzione di dire. «Uno scrittore deve avere coraggio e correre dei rischi».
Verso la conclusione, si è toccato il tema della letteratura pretenziosa e solenne, contro la quale Cercas si è scagliato definendola “irreale” e “non libera”. Il lettore non deve essere guidato e indirizzato dallo scrittore nel suo pensiero riguardo a un’opera, bensì, come ha dichiarato l’ospite, «Il libro viene scritto metà dal lettore e metà dallo scrittore».
l miglior destino della letteratura è quello di essere popolare, di arrivare a tutti.