Una cosa che ti ha colpito
Mi ha colpito il problema della sanità di quegli anni, perché si capiva che tutte le persone che venivano contagiate non riuscivano a salvarsi.
Una frase del libro da conservare
La sola misura che sembrò impressionare tutti gli abitanti fu l’istituzione del coprifuoco: dopo le undici, immersa nella notte completa, la città era di pietra.
Aver letto questo libro durante il periodo di pandemia che stiamo affrontando mi ha fatto entrare più facilmente nella storia che Camus ha deciso di condividere con tutti noi.
Negli anni ci sono state varie epidemie, ma nonostante ciò si rimane sempre sconcertati, come è successo anche ad Orano quando si è capito che era in atto un’epidemia di peste.
Ciò che mi ha colpito maggiormente era il problema della sanità di quegli anni, perché si capiva che tutte le persone che venivano contagiate non riuscivano a salvarsi e credo che al giorno d’oggi si potrebbe curare molto più facilmente. Leggendo si riusciva a percepire quanto si soffrisse se si era affetti, perché Camus ci da una chiara descrizione dei sintomi e i malati duravano solo qualche giorno o addirittura ore.
Una parte del libro che ho apprezzato ma allo stesso tempo mi ha fatto rattristare è quando un bambino era stato contagiato e i medici sapevano già che sarebbe morto, ma nonostante ciò gli sono rimasti accanto fino alla fine. Anche in questo caso l’autore è riuscito a trasmettere la drammaticità di quel momento.
Ci tengo a mettere in risalto il paragone tra ciò che viene raccontato nel libro e ciò che abbiamo vissuto noi nell’attualità. Mi è capitato molte volte di pensare se Camus avesse scritto questo romanzo recentemente, perché alcune cose come la quarantena, la chiusura totale dei paesi, la diffusione della malattia e alcuni sintomi riportati le ho associate a questa pandemia di coronavirus.
Consiglierei di leggere questo libro principalmente perché è dinamico, non annoia e ci fa riflettere sugli errori commessi in passato per contenere la malattia. Si può fare un confronto tra la pandemia degli anni ‘40 e quella del 2020 e accorgersi che da un lato abbiamo più mezzi a disposizione per proteggerci e per sopravvivere, ma dall’altro molte misure sono rimaste le stesse.