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Protagonista del romanzo “Una rabbia semplice”, l’ultimo della trilogia dei racconti polizieschi di Davide Longo, è il commissario Vincenzo Arcadipande: un cinquantenne dal carattere riservato, logorato da un mestiere difficile e ingrato che lo mette costantemente in contatto con la brutalità della vita. Questa volta si troverà ad indagare su un caso semplice solo in apparenza, che lo condurrà nell’enigmatico mondo del dark web, alle prese con un “gioco” crudele e spietato. Riuscirà a risolvere il caso grazie al suo intuito e all’aiuto dei suoi vecchi colleghi di polizia.
Perché leggere questo libro
Davide Longo ha avuto la capacità di rendere davvero coinvolgente il racconto dell’ordinario mondo del commissario, grazie all’uso di un linguaggio diretto ed umoristico, tale da far cogliere al lettore ogni singolo particolare della storia. Particolarmente efficace la caratterizzazione del protagonista, tratteggiato in chiaroscuro come un antieroe dotato di acume ma anche di fragilità e debolezze. Il suo stato d’animo sembra spesso riflettere quello della uggiosa città di Torino. L’autore è riuscito, inoltre, ad affrontare un tema importante nella società al giorno d’oggi, quello dei pericoli insiti nella parte più oscura del web: un mondo senza regole e senza sentimenti.
Una frase del libro da conservare
“Per questo comincia a vagare nel centro di quella città che conosce come si conoscono i propri piedi: li usi da sempre, non te ne curi, senza sarebbero cazzi amari e poi un giorno, magari al mare, li guardi e quasi non li riconosci. Sono diversi da come te li ricordavi. Per forza, sono passati anni dall’ultima volta che ci hai fatto caso. E così è per le città, ci sguazzi in mezzo, ma non le guardi mai davvero…”
Se questo libro fosse una canzone, un film, una serie tv
Il romanzo di Davide Longo ci invita a riflettere su come il web, un luogo alla portata di tutti e che pensiamo di conoscere e di saper controllare, sia in realtà la punta di un iceberg, una piccola parte di ciò che costituisce il mondo di Internet. Per questo il romanzo mi ha fatto pensare alla serie tv di Netflix intitolata “Come vendere droga online”. La serie vede come protagonisti due adolescenti, i quali fondano un’attività illegale online, vendendo droga nel dark web; quest’enigmatico mondo permetterà loro di rimanere anonimi e di far crescere il loro business. Nonostante poi non ci sia più la necessità di proseguire con il commercio, il desiderio di popolarità e potere spingerà i ragazzi a continuare. Questo è il filo conduttore che lega la trama del romanzo alle vicende che si svolgono nella serie, che ci spingono a capire come alla base di alcuni comportamenti ci sia il desiderio di appagare la brama di potere o di colmare un vuoto.
Scuola
Un giallo avvincente nello spietato mondo del dark web