Una cosa che ti ha colpito
Pg. 264; “Sapevano così che la vita continuava a pochi metri da loro e che i muri di cemento separavano due universi più estranei che se fossero stati su pianeti diversi.”
Il sentirsi indietro rispetto agli altri ed il timore starsi perdendo qualcosa sono indubbiamente fastidiosi. La sensazione, allora, di essere stati non solo lasciati indietro, m persino a soffrire e forse morire, dalla vita stessa è orripilante. Udire i tram, immaginare chi stava andando a lavorare e chiedersi perché non potevano essere al posto di coloro che vivevano, per quanto possibile, tranquilli e spensierati deve essere, al minimo, frustrante.
D’altronde, chi ha deciso che proprio loro dovevano stare in quarantena? Perché loro sono stati contagiati mentre, forse, il loro vicino no? Sicuramente non erano tutte cattive persone, non erano tutti peccatori, dunque perché erano rinchiusi mentre altri individui avevano modo di continuare a vivere?
Qui, lascio un’ulteriore questione che immagino si dimandassero anche coloro che si sono trovati in quarantena come spunto di riflessione: se il destino esiste, è sempre giusto?
Una frase del libro da conservare
Pg. 264; “Sapevano così che la vita continuava a pochi metri da loro e che i muri di cemento separavano due universi più estranei che se fossero stati su pianeti diversi.”
Il destino è sempre giusto?