Valutazione: ⭐⭐⭐⭐⭐
Cosa succederebbe se una cittadina dell’Algeria del nord venisse improvvisamente travolta da una malattia senza apparente cura? E come reagirebbero i suoi abitanti, trovandosi di fronte a questo incubo?
É con queste domande in mente che lo scrittore e filosofo francese Albert Camus progetta la sua opera capolavoro: La peste.
La cittadina in questione è Orano, descritta da subito come bruttina ed insignificante.
“La città, ad onor del vero, é brutta.”
É quindi ad Orano che, un giorno come molti, i cittadini ancora ignari si imbattono in un numero crescente di topi morti. E, giorno dopo giorno, il numero di queste povere bestiole morte non accenna a diminuire.
Il vero problema si presenta, però, quando sono le persone che iniziano a morire. Non passa molto tempo prima che i medici dichiarino ufficialmente la causa di quell’inspiegabile ondata di morte.
“È quasi impossibile, ma sembra proprio che sia la peste.”
Il romanzo si presenta sotto forma di cronaca, ed è quindi dedicato a spiegare oggettivamente quali furono gli avvenimenti che coinvolsero la cittadina di Orano nel 194. e quale fu la reazione dei suoi abitanti. Il vero significato del romanzo è però un altro: mentre Camus racconta una storia piena di malattia, solitudine e paura, ciò che il lettore deve leggere tra le righe è la metafora usata per descrivere grandi guerre e dittature. Ci sono numerosissime citazioni dove la peste viene esplicitamente paragonata ad una guerra.
“Benché un flagello sia infatti un accadimento frequente, tutti stentiamo a credere ai flagelli quando ci piombano addosso. Nel mondo ci sono state tante epidemie di peste quante guerre. Eppure la peste e la guerra colgono sempre tutti alla sprovvista.”
La scrittura di Camus è tutto sommato semplice (non da confondere con un registro linguistico basso), coinvolgente e scorrevole. Ma, più di tutto, Albert Camus eccelle nello scrivere grazie ad uno stile chiaro e preciso, efficace: egli sa esattamente cosa vuole dire e come dirlo. Un esempio chiaro di ciò può essere trovato nella seguente citazione:
“Le vie gialle della città”
Questa frase si trova a p. 136, quando ormai la città di Orano sta sprofondando sempre più nella peste, e quell’aggettivo, gialle, ha un significato molto preciso: dà l’idea di malato; non viene quindi descritto un giallo brillante, solare, felice, bensì un giallo malato e spento.
Concludendo, La peste di Albert Camus è un capolavoro di allegoria e simbolismo che usa la filosofia per analizzare il comportamento umano di fronte a flagelli di grande portata.
Lo consiglio soprattutto in vista dei recenti avvenimenti: è interessante vedere differenze e similitudini tra due epoche così lontane ma vicine per altri versi.
Camus vi sorprenderà con l’intuitività dei suoi commenti e riflessioni, soprattutto per quanto riguarda le reazioni dei cittadini di Orano di fronte al flagello, e posso garantire che vi ritroverete nei personaggi più di quanto vorreste.