Una storia di fallimento e di riscatto, un’autobiografia con un fondo profondamente umano ma caratterizzato da un tono duro e provocatorio. Feh. Che schifo la vita (edito da GUANDA), è l’ultimo libro di Shalom Auslander.
Oggi, 18 maggio, lo scrittore statunitense lo ha presentato al Salone del Libro, con la partecipazione della scrittrice Elena Lowenthal.
Il libro è stato descritto come crudo e diretto ed è caratterizzato da un evidente senso di rabbia e di realisticità da parte dell’autore, che mette in discussione alcuni tratti della società contemporanea, senza lasciare spazio ad abbellimenti; Auslander presta attenzione a non cadere mai nel vittimismo e, al contrario, cerca di far notare come il suo racconto sia un atto di resistenza. Il linguaggio è volutamente distaccato e ruvido; cerca comunque di approcciarsi ai giovani, agli esclusi e a chi non si riconosce nei canoni della società: insomma, si potrebbe definire come un libro scomodo, ma necessario.
Abbiamo avuto occasione di intervistare l’autore, e abbiamo scelto di porgli qualche domanda a proposito della tanto caotica vita che l’ha portato a decidere di scrivere questo libro.