Nella giornata di 18 maggio, presso l’Arena del Bookstock si è svolto l’incontro di presentazione del libro di Telmo Pievani e Giuseppe Remuzzi: Dove Comincia l’uomo, Solferino Editore, con la partecipazione di Federico Taddia.
L’obiettivo del romanzo era quello di interrogarsi su dove e quando finisca l’uomo. Si è iniziato a parlare dell’uomo di Neanderthal e in particolare del suo sistema immunitario forte che gli permetteva di sviluppare anticorpi contro i virus, per poi passare all’attualità più recente, raccontando alcune ricerche svolte in alcune zone bergamasche confinanti tra loro inerenti ai casi di Covid-19.
È emerso che per ogni zona vi era una differente manifestazione della malattia. La sintomatologia era causata dalla presenza di un aplotipo del cromosoma 3: geni provenienti da un antenato di Neanderthal. Come dimostratosi quindi, i virus con la loro presenza modificano la struttura del DNA e creano mutazioni che determinano i genotipi dell’uomo.
L’evoluzione però è stata e, tuttora lo è, modificata dai cambiamenti climatici: in mancanza di risorse o in situazioni atmosferiche discrete, l’uomo era obbligato a spostarsi per sopravvivere.
Da uomo di Neanderthal a homo sapiens: siamo condannati all’immortalità? Sebbene la medicina stia facendo diversi strabilianti progressi, comunque i danni da orologio biologico rimangono. Giuseppe Remuzzi ricorda che è meglio cercare di vivere al meglio il tempo che ci rimane, senza perdere una nostra caratteristica intrinseca: l’altruismo. Per natura persino il bambino molto piccolo è portato ad essere altruista, se non lo coltiviamo rischiamo di perdere la nostra essenza.
Per concludere l’incontro è stato lasciato spazio alle domande del pubblico, da cui sono emersi diversi spunti di riflessione.