15 maggio 2025, Cronache, Salone del Libro 2025

Quanto conoscete la lingua Italiana?


Emma Cardinali, Luca Catapano

Liceo Classico "V. Alfieri" - Torino

Sono 7 gli step individuati dalla professoressa Valeria Della Valle, membro dell’Accademia della Crusca e del comitato Treccani, per approfondire la nostra lingua, partendo da esempi storici del suo cambiamento. 

Durante il giorno d’esordio del Salone del libro 2025, abbiamo assistito alla presentazione del suo ultimo libro La Lingua Verde. Intervistata dal giornalista Oscar Buonamano, l’autrice ha sottolineato come l’Italiano sia noto per essere una delle più complesse lingue moderne, nonostante sia in costante evoluzione. L’esperta ha citato la grammatica di Pietro Bembo, risalente al ‘500,  come un primo tentativo di esemplificazione della lingua italica su modello toscano di Dante, Petrarca e Boccaccio, modello che verrà superato nel 1840 da Manzoni rendendo l’Italiano una lingua univoca sia in forma scritta, sia oralmente. 

La professoressa è partita proprio da qui per introdurre i primi due dei sette fenomeni, riguardanti la semplificazione della lingua, rappresentati dai pronomi personali soggetto, che vedono la scomparsa di egli, ella, essi, e dall’uso esclusivamente dialettale del pronome dimostrativo codesto. 

I successivi quattro punti si sono concentrati su modi e tempi verbali che tendono, esattamente come i pronomi, a semplificare e ridurre quelli più complessi e articolati, per lasciare spazio a usi meno formali, ma non necessariamente errati; un chiaro esempio è quello del passato prossimo, che sta evidentemente sostituendo quello remoto, utilizzato ampiamente ormai solo in Sicilia e nella Calabria meridionale; è importante ricordare però che, come sottolinea la professoressa: Non c’è timore di sbagliare se il contesto è quello giusto.

Infine, come settimo ed ultimo punto, è stato interessante, nonché molto attuale, parlare del rapporto tra lingua e genere, specialmente per quanto riguarda l’ambito lavorativo. Della Valle ha chiaramente evidenziato l’atteggiamento di resistenza e di diffidenza che si tende ad avere nei confronti delle parole nuove, in particolar modo di quelle utilizzate per descrivere cariche, storicamente ricoperte da uomini, oggi ricoperte sempre più frequentemente da donne.

E’ stata una preziosa occasione per riflettere su una lingua che usiamo tutti i giorni, ma che è in continua evoluzione con il suo utilizzo senza che noi ce ne accorgiamo.

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