La nostra recensione

“Non sapevamo che la vita fosse già cominciata. E non sapevamo che sarebbe finita così in fretta.”

The Body non è semplicemente la storia di un gruppo di ragazzi che attraversano i binari in cerca di un cadavere. È una riflessione profonda su quel periodo della vita che si trova tra l’infanzia e l’adolescenza, un momento sospeso in cui tutto cambia senza che ce ne rendiamo conto.
Stephen King, con questo racconto, riesce a toccare emozioni universali che tutti abbiamo vissuto a un certo punto della nostra vita. Attraverso gli occhi di Gordie, Chris, Teddy e Vern, siamo costretti a confrontarci con la perdita dell’innocenza, con la consapevolezza che la vita non è mai solo un gioco, e con il peso delle aspettative infrante.
Il viaggio che fanno i protagonisti è più di una semplice camminata nei boschi. È un percorso che li trasforma, un cammino che parla di paura, di crescita, di amicizia, ma anche di scoperte dolorose. In questo senso, The Body non è solo un’avventura, ma un vero e proprio rito di passaggio che ci costringe a riflettere su chi siamo e su chi siamo stati.
La scrittura di King, è incredibilmente evocativa, capace di trasmettere emozioni in modo diretto e autentico. Non c’è bisogno di eventi soprannaturali: il vero brivido in questo racconto nasce dalla consapevolezza del tempo che passa, di ciò che sfugge e delle cicatrici invisibili che ci portiamo dentro.
Chiudendo il libro, resta una sensazione di nostalgia, come quando riaffiorano i ricordi più belli. Si capisce che certi legami, certe estati e certi momenti, anche se lontani, continuano a vivere dentro di noi.
The Body è, in fondo, un racconto che ci invita a ricordare chi eravamo, perché spesso è nel passato che troviamo le risposte a quello che siamo diventati.