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“Il corpo” di Stephen King è un’opera che, pur non essendo priva di difetti, ha riuscito a colpirmi profondamente. In alcune parti, la narrazione si sofferma su dettagli che potrebbero sembrare superficiali, rischiando di appesantire il ritmo della storia. Le due storie di Gordie, purtroppo, non sono riuscite a catturare la mia attenzione come avrei sperato. Tuttavia, ciò che rende questo libro davvero significativo è la sua capacità di esplorare temi universali e complessi legati all’adolescenza, all’amicizia e alla perdita.
Il messaggio che trasmette è profondo , invitando a riflettere su esperienze di vita che molti di noi hanno attraversato. La narrazione di King riesce a evocare ricordi e emozioni, portando alla luce momenti chiave della nostra crescita personale. È sorprendente come, attraverso le pagine di questo libro, io sia riuscita a riscoprire il nome del mio pittore preferito, Jackson Pollock, menzionato in uno dei racconti di Gordie. Questo particolare richiamo mi ha fatto rivivere la mia infanzia e le mie passioni, dimostrando come la letteratura possa risvegliare ricordi dimenticati e connessioni emotive.
In definitiva, “Il corpo” è un libro che, nonostante alcune imperfezioni, offre spunti di riflessione e un viaggio nostalgico nel passato, rendendo ogni lettore consapevole delle proprie esperienze e della bellezza della crescita. Seppur le storie di Gordie non abbiano catturato completamente il mio interesse, il significato complessivo dell’opera ha lasciato un’impronta duratura nel mio cuore e nella mia mente.
