Nel nostro mondo, sempre più “finanzializzato“, è concesso ai più ricchi, che scommettono in borsa sulle materie prime, influenzandone i prezzi, di guadagnare semplicemente con le azioni e non in reddito, ovvero il criterio su cui attualmente si basa il sistema delle imposte. Bisognerebbe quindi ripensare questo sistema al fine che gli investimenti vengano tassati adeguatamente, questo è il suggerimento per equilibrare le opportunità della popolazione dato dall’autore e giornalista Riccardo Staglianò, che il 6 ottobre nella Sala 2 del Cinema Apollo ha presentato il suo nuovo libro “Hanno vinto i ricchi”.
In un momento dove il divario economico sembra crescere e si afferma al governo l’idea del “dare senza prendere” ai cittadini, bisogna ricordarsi che le risorse da ridistribuire devono essere tratte da qualcuno. A sostegno di questa tesi Staglianò riporta un esempio degli anni ‘80: le tasse erano più alte ma garantivano equità fiscale e il ceto medio prosperava maggiormente.
Il problema non sta quindi nella quantità di tasse ma nel come e da chi vengono pagate. Apparentemente i ricchi italiani non sono consapevoli dei loro privilegi, mentre i “Milionari patriottici” nel mondo chiedono di essere tassati maggiormente, gli stessi ricchi si sentono sommersi dalle imposte. In Italia, infatti, si parla ancora in termini negativi del garantire pari opportunità a un professionista e a un operaio, come se l’equità sociale non fosse un diritto che dovrebbe essere garantito dallo Stato.