Elena Cecchettin, ospite nella Sala Azzurra al Salone, assieme ad Alessandra Campani dell’associazione nazionale D.i.Re e Barbara Stefanelli, ci parla di quanto il patriarcato sia silenziosamente presente nelle nostre vite.
L’incontro si è sviluppato a partire dalle domande dei lettori del blog “La27ora” e dai ragazzi del progetto “Mi prendo il mondo”.
Durante il dialogo sono stati affrontati diversi temi, dal victim blaming al gender gap.
“La violenza è subdola, è bastarda, cambia forme è colori”, per questo, secondo Elena, è importante combattere il sessismo anche nelle “piccole” azioni quotidiane, in tutti quei gesti invalidanti che troppo spesso passano sotto silenzio, pur essendo il terreno fertile da cui scaturiscono gli atti di violenza più gravi. Perché ci indigniamo soltanto di fronte alla punta dell’iceberg? La violenza nei confronti delle donne è ormai talmente radicata nella nostra quotidianità – soprattutto a causa della disparità di potere tra uomini e donne – che non riusciamo a leggere “oltre il dito che guarda la luna”.
Il fatto che, nonostante in Italia diminuiscano i casi di omicidio, non si possa dire la stessa cosa dei femminicidi, è sconcertante.
D’altra parte, secondo Alessandra Campani, il desiderio di ricerca di un cambiamento si sta sviluppando anche nella parte maschile, avviando a una rottura con la visione delle vecchie generazioni e dando così vita a una partita a braccio di ferro con ciò che secondo la società è naturale. È necessario aprire un dialogo: questo perché sradicare il patriarcato non significa imporre agli uomini una rinuncia al privilegio, ma offrire nuove possibilità per tutti, al di là delle classificazioni e stereotipi di genere.
L’incontro si conclude con un invito per le donne ad essere “sensibili guerriere”, a continuare ad avere le dovute pretese nei confronti dei propri diritti e a rivolgersi in qualsiasi momento a reti di supporto, dai centri antiviolenza a chi ci sta vicino. Un giorno – si spera vicino – per le nostre figlie e i nostri figli potrà forse esistere un mondo diverso, un mondo più giusto.