Cronache, Salone del Libro 2024

Nei libri ci si può innamorare


Abigail Omoh, Adele Guandalini

Liceo L. Ariosto - Ferrara

“Ho paura, ho tanta paura”:  da subito la scrittrice francese Marie-Aude Murail saluta il pubblico esprimendo il suo timore nell’essere davanti a una platea di ragazzi e ragazze che non conoscono la sua lingua. L’incontro, tenutosi venerdì 10 maggio presso la Sala Azzurra, ha visto il dialogo tra l’autrice e la Compagnia del Libello, gruppo di lettura della biblioteca di Bra (CN).

Alla fatidica domanda su quali libri abbiano rappresentato un punto di svolta nella vita dell’autrice, ha raccontato il suo amore per Charles Dickens: la quindicenne Marie-Aude, non riuscendo a trovare nella letteratura francese uomini di cui innamorarsi, scopre in lui personaggi e storie da poter amare. Da qui si sviluppa la sua passione per questo autore che rappresenta per lei un’importante fonte d’ispirazione.

Non ci si deve immaginare una lezione frontale classica, ma un incontro dinamico che ha visto anche la partecipazione del pubblico il quale ha posto delle domande all’autrice. Una di queste verteva sul modo della figlia Costanza di vedere la madre mentre era intenta a scrivere un libro: la risposta di Murail è stata che la figlia l’ha sempre guardata con occhi pieni di curiosità e voglia d’imparare; proprio la professione della madre l’ha portata a intraprendere la stessa strada. 

Il fulcro della conversazione si è spostato poi sulla tecnologia: i ragazzi della Compagnia si sono infatti accorti della sua forte presenza all’interno dei suoi romanzi, domandandosi quale fosse il rapporto di Murail con il digitale. Lei ha ammesso di “essere stata presa in trappola” inizialmente, ovvero di aver ceduto a un uso sempre maggiore dei dispositivi elettronici; tuttavia ha poi realizzato che non voleva esserne dipendente, ma mantenere la propria libertà, limitandone l’utilizzo. Ha raccontato di aver regalato ad ognuno dei suoi tre figli un computer, pensando che avrebbe portato grandi benefici; in realtà ha provocato una divisione interna alla famiglia causata anche dalla loro incapacità di esprimere l’affetto reciproco. Da questa considerazione è seguito la riflessione finale di Murail: si è resa conto che, a differenza della Francia, in molti Stati si è più propensi a comunicare i propri sentimenti. Ed è per questo che ha terminato l’incontro dicendo a gran voce “I love you!”.

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