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Leggendo il libro mi sarei aspettata di trovare un personaggio in cui identificarmi per rendere il libro un po’ più “mio”, ma con mia grande sorpresa non lo ho trovato. Proprio questo aspetto del romanzo mi ha colpito: tutti i personaggi presentano una doppiezza interiore che rende impossibile ad un lettore identificarsi a pieno con uno di essi. I protagonisti di Emily Brontë sono tutto fuorché convenzionali, sono persone complesse che nel corso della storia fanno emergere tutti i lati del loro carattere. Heathcliff per primo è un uomo contorto che dietro alla sua arroganza cela un lato vulnerabile che si mostra restio a far emergere. Per tutto il romanzo fa della vendetta la sua unica ragione di vita, è spietato, senza scrupoli ma sotto questo suo lato sono ancora presenti le ferite lasciate dai traumi infantili. Questo suo carattere particolare si riflette nella relazione con Catherine, un amore tormentato e mai semplice. Anche in Catherine è presente una lotta interiore che influenza il suo rapporto con Heathcliff, infatti da un lato è tormentata dal desiderio di poterlo amare in libertà, dall’altro vuole vivere una vita fatta di agi che il suo amato non può garantirle. Ancora Linton Heathcliff è un personaggio ambiguo e contraddittorio in quanto è afflitto dalla malattia che lo rende debole e desideroso di affetto ma allo stesso tempo è disposto a sacrificare gli altri per soddisfare i suoi bisogni, questo secondo aspetto è causato dall’influenza che il padre ha su di lui.
In generale ho apprezzato questo fatto di non riuscire a provare piena empatia con nessun personaggio, credo infatti che questo sia uno degli aspetti che rende Cime Tempestose un libro unico nel suo genere.