Farmaco è il nuovo libro di Almudena Sanchez. L’autrice presenta al SalTo 2023 una storia di depressione di cui è lei stessa protagonista.
“Scrivere è stata una necessità: avevo bisogno di incapsulare, immobilizzare il momento per non dimenticare quanto avessi sofferto” confessa.
Parlando della scrittura del libro l’autrice afferma che la difficoltà maggiore è stata trovare il linguaggio per parlare “di qualcosa di invisibile, come se si parlasse di particelle sospese in aria”.
Nel corso della narrazione Sanchez non trascura nulla, nemmeno le sfumature più crude della malattia: il pensiero costante del suicidio che si incarna in un constante dialogo con la morte. L’autrice confessa di essersi più volte immaginata la sua morte, di aver desiderato di morire depilata e pettinata. “E’ una cosa profondamente maschilista, ma è una cosa giusta da esprimere dato che l’ho provata”.
La depressione è una vera e propria malattia paragonabile a una gamba rotta o a un cancro, ma c’è uno stigma fortissimo verso la richiesta di aiuto: “se stai male fisicamente ai primi sintomi ti rechi dal dottore, i malati psichiatrici invece ci arrivano alla fine perché sperano di poterci uscire da soli”. Spesso la depressione viene considerata una scelta: la scelta di essere tristi, di passare le giornate sul divano. “Se hai una gamba rotta nessuno ti obbliga a correre una maratona e tutti ne sono coscienti. Se sei depresso vieni forzato ad agire”.
L’altro grande tema affrontato da Sanchez sono gli psicofarmaci a cui è ispirato il titolo: l’autrice sottolinea il fatto che ci sia un grande stigma rispetto all’esigenza di farmaci, non si comprende che “servono per guarire e ritornare a vivere”. Vengono demonizzati, considerati droghe che alterano la realtà.
Con questo libro Sanchez spera di aver “fatto sentire meno sole le persone malate di depressione” e di aver contribuito a sensibilizzare su un tema di cui si parla in modo così stigmatizzato.