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Una cosa che ti ha colpito
Mi ha molto colpito la fine del libro a causa del cambiamento nell’animo di Pereira e la sua presa di posizione nella questione politica spagnola e portoghese
Una frase del libro da conservare
“Non si sentì rassicurato, sentì invece una grande nostalgia, di cosa non saprebbe dirlo, ma era una grande nostalgia di una vita passata e di una vita futura, sostiene Pereira.“
Il romanzo “Sostiene Pereira”, scritto da Antonio Tabucchi, è ambientato a Lisbona nel 1938 nel pieno del regime dittatoriale di Salazar. In questo contesto vive Pereira, personaggio solitario, abitudinario e che sembra indifferente alle questioni politiche. All’inizio del romanzo il giornalista incontra Monteiro Rossi, un ragazzo impegnato nella guerra civile spagnola, e colpito da un suo articolo letto su una rivista, lo assume come collaboratore nella sua rubrica.
Tuttavia l’animo rivoluzionario e vivace del giovane si scontra con quello di Pereira, il che porta quest’ultimo a preoccuparsi di non finire coinvolto in nessuna questione esterna riguardante Monteiro. Il protagonista del romanzo trova nell’abitudine un rifugio sicuro, che lo porta a vivere tutte le sue giornate in maniera simile: parla spesso con il ritratto di sua moglie morta, si reca sempre nello stesso luogo per pranzare dove ordina quotidianamente le stesse pietanze, e infine nel pomeriggio si reca a lavoro fino a sera per poi tornare a casa e ricominciare la giornata da capo. Tuttavia analizzando unicamente questo aspetto, potrebbe sembrare che il rifugio dell’abitudine sia costituito unicamente dalle azioni svolte, anche se credo che tale riparo in cui ci si può nascondere parta da dentro di noi. Pereira vive le sue giornate sempre nella stessa maniera poiché ossessionato sempre dagli stessi pensieri, come la resurrezione della carne e la morte.
E’ possibile vivere una vita rivoluzionaria anche se si svolgono sempre le stesse azioni?
Credo che la risposta alla domanda sia affermativa, le grandi rivoluzioni al di fuori di noi partono da dei cambiamenti radicali che avvengono dentro di noi, da dei modi differenti che abbiamo per vedere sempre le stesse cose. Sarebbe però scorretto svalutare l’importanza del cambiare il nostro stile di vita, in quanto nessuna grande rivoluzione e liberazione da ideali sbagliati sarebbe mai avvenuta se non ci fossimo impegnati attivamente a rendere reali quei cambiamenti interiori, come dimostra lo stesso Pereira a fine romanzo.
Spesso, ci capita di considerare il passato come un luogo in cui sicuramente stavamo meglio del presente e quindi a chiuderci in esso senza cambiare mai. Penso sia opportuno vivere nel presente accettando quello che abbiamo vissuto e cercando di scegliere cosa ci caratterizza e cosa no.
Testo di anteprima del post