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“Sostiene Pereira” di Tabucchi è ambientato negli anni Trenta a Lisbona: parla di sacrificio, oppressione e mutamento. Racconta del dott. Pereira, un giornalista che vive in una monotonia ciclica, convivendo con il lutto della moglie ed un’ossessione per la morte, nello specifico per la resurrezione della carne. Sin dall’inizio Pereira è descritto come insicuro e pavido, sia nelle azioni che nell’aspetto. “Sostiene Pereira” ci narra i pensieri di Pereira, ciò che sostiene. Leggendoli, vediamo come essi mutano durante la vicenda in contemporanea ad una formazione del personaggio.
Cos’ha iniziato il cambiamento di Pereira? Certamente l’esperienza maturata nelle circostanze drammatiche della dittatura di Salazar e l’incontro sia con il dott. Cardoso, sia con i giovani partigiani, Marta e Monteiro Rossi. Quest’ultimo è il catalizzante del cambiamento ed è proprio la sua morte violenta, l’ultima goccia per Pereira, che lo vedeva come un figlio.
Se all’inizio abbiamo osservato un Pereira titubante, ci sono momenti in cui vorrebbe dire qualcosa, ma non lo fa, per aiutare Monteiro Rossi, diventa più deciso. Scompare dal racconto la sua reticenza per certi pensieri e frasi non dette. Questo nuovo carattere, viene agevolato dal dott. Cardoso che gli permette di farsi un’idea di cosa gli stia accadendo: espone la teoria dell’io egemone, secondo cui abbiamo più di un’anima e solo una comanda, ma essa è spodestabile. Questa teoria porta Pereira a capire che in lui sta avvenendo una trasformazione e che la sua nuova anima vuole aiutare Monteiro e Marta, prendendo posizione contro il regime.
Questa lettura, inizialmente lenta, presenta poi un’interessante evoluzione dei personaggi, in un contesto geo-storico accurato che respira, affiancato da belle descrizioni di Lisbona. Gli eventi e le scoperte di Pereira su sé stesso riescono a mantenere la storia interessante. Oltre al libro, esistono anche la lettura di “Ad alta voce” su Rai radio 3 e l’adattamento su pellicola di Faenza.
