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Sostiene Pereira è un romanzo di Antonio Tabucchi (scrittore, critico letterario e traduttore nato a Pisa nel 1943), pubblicato dalla casa editrice Feltrinelli nel 1994. La storia narrata è ambientata nel 1930, a Lisbona, durante gli anni della dittatura di Salazar. Il protagonista, Pereira, è un ex-giornalista che si occupa della pagina culturale del giornale “il Lisboa”; un uomo in carne, che tra una limonata e qualche monologo con il quadro della moglie deceduta, redige una vita prettamente ripetitiva e noiosa, in balia della nostalgia e del pensiero ossessivo della morte. Egli esplicita fin da subito la propria indipendenza rispetto i dibattiti filosofici e politici dell’epoca, eppure basterà l’incontro determinato da un articolo sulla morte firmato da Monteiro Rossi, un giovane appena diplomatosi alla facoltà di filosofia il quale ha un disperato bisogno di un lavoro, a cambiare completamente la vita e “l’Io egemone” di Pereira. Difatti, Monteiro oltre a scrivere necrologi che Pereira definisce impubblicabili, è un irrimediabile amante della vita e un esplicito oppositore del regime, e presto Pereira, guidato da un istinto paterno, entrerà a far parte della quotidianità di Monteiro. Basterà questo ad insinuare nella mente di Pereira un tarlo, “e se avessero ragione?” Da qui inizia la riflessione di Pereira, presto confermata però da uno svilupparsi di eventi tragico, che non lasceranno spazio ad alcun dubbio. La presa di potere del nuovo “io egemone” di Pereira segna il finale del romanzo. Se inizialmente quindi il romanzo appare lento e ripetitivo, man mano che ci si addentra nella lettura gli avvenimenti appaiono sempre più imprevedibili e scanditi, seppur molti elementi della solita quotidianità restano sempre tali. Con uno stile accattivante e scorrevole, Tabucchi ci propone quindi il libro dell’oppressione e della libertà, della solitudine di un singolo che in realtà è la solitudine di molti, in un paese schiacciato dall’ignoranza e la violenza imposti dal regime. Ritengo che non vi sia miglior esempio di Monteiro per descrivere il coraggio di un uomo che persegue i suoi ideali, il coraggio di un uomo che riesce ad amare la vita nella paura di un regime ingiusto e opprimente, come ritengo che non vi sia miglior esempio di Pereira per comprendere che si è sempre in tempo per prendere la propria posizione, per aver coraggio. Sostiene Pereira è un bellissimo modello della forza dell’io egemone celato in ognuno di noi, e forse dovremmo davvero dare più spazio al nostro animo, perché fin quando c’è può fare la differenza. Perché ogni animo sussurra, ed è impossibile toglierli la parola.