Laboratorio, Un libro tante scuole

Sostiene Pereira: la storia di un riscatto


5°E Annamaria Cafiero, Giorgia Costa, Eugenio Mulè. Sofia Vasile Cozzo, Nicole Zappalà

ITET Leonardo Sciascia - Agrigento

Nome Scuola

ITET Leonardo Sciascia

Città Scuola

Agrigento

In un afoso agosto del 1938, a Lisbona, una capitale immobilizzata dall’asfissiante dittatura salazariana, incontriamo il nostro protagonista, un uomo che ha rinunciato all’azione, un inetto che vive una solitudine grigia e monotona, legato alla foto di una moglie morta, unica destinataria delle sue amare riflessioni; un uomo che, in nome del buonsenso e della sicurezza, cura la pagina culturale di un giornale di second’ordine, dove trascorre in solitudine le sue giornate traducendo racconti stranieri; Pereira è un intellettuale che ha preferito, per stanchezza e paura, la passività, l’inazione, la letteratura alla vita.

Pereira è ossessionato dalla morte, ma non per la paura di aver avuto un’esistenza vana bensì per il timore di reincarnarsi in quel corpo che tanto odiava, un corpo che definisce grasso e stanco. Egli, nella prima parte del romanzo, infatti, segue un’alimentazione caratterizzata solo da litri di limonata zuccherata e omelette alle erbette che diventano una presenza ossessiva nel romanzo; infatti, le mangia ovunque, in ufficio, cucinate dalla portiera, le mangia al cafè Orquidea, le mangia a casa. Il cibo diventa il corrispettivo oggettivo dell’animo del protagonista: Pereira si odia, prova disprezzo per il suo corpo, per la sua inazione e il cibo, con la ripetitività ossessiva del suo riproporsi, diventa specchio dell’animo del protagonista.

Nella prima parte del romanzo, egli conduce, dunque, una vita alienata, trovando il suo “nido” nel passato e nell’indifferenza e nella ripetizione annoiata delle azioni. La sua vita monotona è lo specchio di un modello di società che qualsiasi dittatore vuole, una società stanca, paurosa, non pensante, grassa e golosa.

Ma Tabucchi non vuole abbandonare il suo personaggio, come lui ha fatto con sé stesso: infatti, l’espressione “sostiene Pereira” sembra, dalle prime pagine, conferirgli un ruolo più importante di quello di semplice traduttore, facendo emergere come egli sia ancora un intellettuale che avrebbe tante cose da dire e che, nonostante le apparenze, c’è un’alternativa possibile all’inettitudine.

Sono degli incontri che cambieranno profondamente la sua vita: Pereira incontra due giovani appassionati, due combattenti che, sì, possono essere ingenui e a tratti sprovveduti, ma sicuramente determinati. Il contrasto è immediato, sono loro a dare movimento e colore alla sua vita: Monteiro Rossi, un aspirante giornalista, squattrinato e sognatore, e Marta, la fidanzata di Monteiro, pericolosamente impegnata politicamente contro il regime. L’incontro per Pereira è destabilizzante, è attratto dai due giovani, ma ha paura di condividere il loro impegno politico. Se questa coppia di giovani ragazzi dà avvio alla metamorfosi del protagonista, è l’incontro col dottor Cardoso che gli dà quella forza interiore che lo porterà al cambiamento esterno ma soprattutto interno. Il dottore gli farà capire che non si può vivere in una bolla di indifferenza. Da questo momento, infatti, la presenza del cibo, di quel tipo di cibo, e dei pensieri sulla morte iniziano a degradare, fino a sparire del tutto, quando Pereira, trascinato dalla drammatica morte del giovane Monteiro Rossi, ucciso nel suo appartamento da due uomini del regime, decide di agire.

Abbandona la sofferente indifferenza che aveva caratterizzato la sua esperienza e si trasforma in un uomo coraggioso, in un partigiano della verità, un intellettuale capace di usare le parole contro il potere.

Leggendo il romanzo non abbiamo potuto fare a meno di pensare a Gramsci e al suo odio per gli indifferenti e abbiamo constatato che nessuno, nemmeno l’uomo che all’inizio della lettura sembrava senza speranza di riscatto, è davvero indifferente; e constatare che dentro ognuno di noi c’è una parte nobile che non accetta la condizione sociale in cui si è costretti a vivere, ha reso la lettura di questo romanzo un momento importante di crescita e di speranza.

 

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