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Ho apprezzato molto la scrittura di Tabucchi, il suo insistere sulla parola “sostiene” ti fa pensare di essere in un’aula di tribunale e ciò è accentuato dai numerosi momenti in cui viene detto che i testi scritti da Monteiro Rossi possono essere usati come documenti o come prove, visto che Pereira li ha conservati nonostante essi non potessero essere pubblicati sul giornale “Lisboa” perché, come viene spesso ribadito, è un giornale apolitico, mentre i testi del signor Rossi erano impregnati di idee politiche, troppo rischiose per poter essere pubblicate in un’epoca in cui i dittatori facevano leva sulla paura e sul silenzio dei cittadini.
Credo però che il personaggio di Monteiro Rossi avrebbe potuto essere approfondito maggiormente; mi ha incuriosito particolarmente e avrei apprezzato che l’autore avesse riservato dei capitoli in cui la narrazione si fermava per il personaggio di Pereira e il protagonista diventasse Monteiro Rossi. Alla fine del libro, dal punto di vista del lettore, questo personaggio sembra morire innocente ma, dato che veniva considerato un ricercato, qualcosa deve aver fatto, e sarebbe stato interessante conoscerne le gesta compiute.
