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Una cosa che ti ha colpito
Mi ha colpito il gesto finale di Pereira di pubblicare un articolo in totale opposizione con il regime salazarista. All’inizio della vicenda Pereira è un semplice giornalista che si disinteressa della politica (si occupa della rubrica culturale del “Lisboa”), poiché pensa che la politica sia un mondo pieno di fanatici. Ad un certo punto si ritrova ad assumere come praticante il giovane Monteiro Rossi, un ragazzo pieno di vita, schierato politicamente, che gli ricorda sé stesso da giovane per il modo di fare e per il continuo ravviarsi del ciuffo di capelli dalla fronte. Grazie a questo incontro, Pereira inizia a riflettere sul suo passato, arrivando a pentirsi della sua vita “normale”, troppo orientata verso il passato e non verso il futuro. Alla fine del romanzo, invece, dopo aver preso coscienza della realtà grazie all’incontro con Monteiro Rossi e Marta, decide di esporsi politicamente in modo molto pericoloso, denunciando le violenze e i soprusi del regime. Da sottolineare è che Pereira, nel suo ultimo articolo, si firma, cosa che raramente aveva fatto, esponendosi maggiormente e rischiando in prima persona.
Una frase del libro da conservare
Pag.106: …se vuole pentirsi della sua vita si penta pure… dottor Pereira, se lei comincia a pensare che quei ragazzi hanno ragione e che la sua vita finora è stata inutile, lo pensi pure, forse da ora in avanti la sua vita non le sembrerà più inutile, si lasci guidare dal suo nuovo io egemone…
Questa frase mi è piaciuta – e penso che vada conservata – perché anche a me ultimamente è capitato di incontrare delle persone che mi hanno fatto riflettere sulla mia (seppur breve) vita. Penso che incontri simili servano a farci capire cosa vogliamo veramente, poiché ci danno nuove prospettive e spunti di riflessione. E’ fondamentale, anche in età adulta, riconoscere di aver sbagliato e capire che si può sempre cambiare per il meglio.
Se questo libro fosse una canzone
Questo romanzo mi ha fatto pensare alla canzone Quattro Amici di Gino Paoli, che spesso mio padre cantava. I protagonisti di questa canzone sono dei ragazzi che sognano di poter cambiare il mondo (proprio come Monteiro e Marta). A differenza del romanzo, però, i giovani della canzone non arrivano a realizzare il cambiamento, mentre Monteiro e Marta lottano fino al sacrificio, e la morte di Monteiro, essendo denunciata da Pereira, almeno non passa inosservata.
Un altro elemento in comune è il ritmo ripetitivo: nel romanzo è ottenuto grazie alla ripetizione di Sostiene Pereira, mentre nella canzone grazie alla ripetizione, all’inizio di ogni strofa, di eravamo quattro amici al bar.
Se ti è piaciuto il libro, leggi o guarda anche
Gran Torino: abbiamo visto questo film in classe durante l’ora di religione e, discutendone con il professore, abbiamo notato una notevole somiglianza con il romanzo di Tabucchi. In entrambi i casi i protagonisti conducono una vita di cui sono insoddisfatti e poi, grazie all’incontro con dei giovani, sembrano ritrovare nuova linfa e decidono di cambiare, pentendosi del proprio passato.
Mi ha colpito il gesto finale di Pereira di pubblicare un articolo in totale opposizione con il regime salazarista.