Nome Scuola
Città Scuola
Dopo una accurata lettura del libro “Sostiene Pereira” di Tabucchi, l’aspetto su cui vorrei soffermarmi maggiormente è il modo di scrivere dell’autore.
Sono stata catapultata nell’estate del 1938 a Lisbona, dove il direttore della pagina culturale del giornale riflette sulla morte e da quel momento diverse sono state le immagini nitide e vivaci con cui Antonio Tabucchi ha stuzzicato la mia fantasia per visualizzare concetti più teorici.
Si viene rapiti dal modo in cui l’autore affronta la situazione rendendo delle vicende storiche drammatiche, leggere come una piuma; questo è dovuto all’utilizzo di diverse tecniche di scrittura tra cui la punteggiatura e il dialogo diretto.
Quest’ultimo ad esempio non viene segnalato, come solitamente avviene, da delle virgolette che abbracciano la frase, ma nonostante questo la narrazione risulta scorrevole e ritmata.
Con Tabucchi, girando le pagine del suo romanzo, mi sono sentita al sicuro, come se fossi a casa ad ascoltare la musica e arrivasse il ritornello della mia canzone preferita: diverse sono le ripetizioni con cui lo scrittore cerca di renderci partecipi delle vicende del dottor Pereira che nel corso della storia si risveglia, come Kant sostiene si sia svegliato dal sonno dogmatico grazie a Hume, passando da uomo statico a uomo dinamico. E’ una graduale presa di consapevolezza che lo porterà a schierarsi politicamente contro le ingiustizie del regime.
Sembrava come se conoscessi i personaggi.
Avete presente nei poemi omerici gli epiteti che Omero utilizza per descrivere ad esempio Achille dal piè veloce?
Lo stesso fa Tabucchi con i suoi personaggi mostrando una loro caratteristica che anticipa o accompagna il protagonista dell’azione.
“Si ravviò la ciocca di capelli sulla fronte”: azione tipica del giovane italiano Monteiro Rossi.
La combinazione di parole semplici porta a un concetto più complesso, ma al tempo stesso esso viene espresso in modo chiaro e deciso.
Uno stile, un utilizzo di concetti che rimanda a continue riflessioni tra cui non può che saltare all’occhio Seneca e la sua concezione della morte.
Un libro semplice e affascinante come il protagonista che Tabucchi sceglie, che non è come il classico eroe che vediamo alla tv, bensì è una persona come le altre. Questo libro è un esempio di come la semplicità sia sempre incantevole.