Nostalgia sta per ritorno

Uno dei temi che più mi ha colpito nel romanzo “Sostiene Pereira” è la nostalgia e il costante ricordo del passato. La nostalgia è definibile come uno stato psicologico o sentimento di tristezza e di rimpianto per la lontananza da persone o luoghi cari o per un evento collocato nel passato che si vorrebbe rivivere. Pereira non viveva a pieno nel presente, si chiudeva nel passato. Non aveva elaborato il lutto per la morte della moglie, con cui comunicava ancora attraverso un ritratto; le raccontava tutto ciò che gli accadeva, provando così sollievo e senso di liberazione. Rimpiangeva di non aver avuto figli. Ad aiutarlo ad uscire in parte da questo “tunnel del passato” ci sarà il dottor Cardoso con la sua teoria della confederazione di anime; egli sprona Pereira a dare spazio ad un nuovo “io egemone”, cioè alla parte di se stesso più autentica. Pereira riflette sulle diverse sfaccettature della sua personalità, capisce che deve dare più spazio alla sua parte attiva e ribelle.

Nostalgia sta per ritorno ed alla fine lui ritorna ai sentimenti della sua gioventù . Questo è proprio ciò che mi ha colpito di più del romanzo: la capacità di Pereira di lavorare sul suo “IO” e di vincere la sua tristezza e negatività. Riuscirà a superare il passato, a lottare per una causa giusta, quella di riscattare l’amico ingiustamente torturato e ucciso. Non è giusto rimuginare sulla vita passata, ma bisogna vivere il presente, affrontare la vita e cercare di risolvere i problemi che ci si pongono davanti.

“E intanto guardava il cielo sopra le lampadine colorate di Praça da Algeria, e si sentì minuscolo, confuso con l’universo. C’è un uomo grasso e attempato che balla con una giovane ragazza in una piazzetta qualsiasi dell’universo, pensò, e intanto gli astri girano, l’universo è in movimento, e forse qualcuno ci guarda da un osservatorio infinito.”

Questa frase mi ha colpito molto perché rappresenta la posizione di Pereira rispetto all’universo e alla sua crescita.