La sera del 15 settembre 2022 ritorna a Pordenonelegge Lino Guanciale. Attore di gran prestigio, stavolta nei panni di scrittore, ci racconta in anteprima il suo romanzo “Inchiostro”.
Dopo i dovuti ringraziamenti, l’incontro si è aperto con la lettura del prologo del libro da parte dello stesso autore a cui sono seguite le domande della moderatrice Valentina Gasparet: “Cos’è per te la scrittura? Perché hai deciso di iniziare a scrivere?” Lino Guanciale ha iniziato a pensare al suo romanzo nella primavera del 2020, quando, in piena pandemia, tutte le riprese si sono fermate. “In realtà, però – aggiunge – scrivo da sempre perché parte del mio lavoro è annotare tutte le caratteristiche dei personaggi interpretati, delle storie…” Scrivere questo libro è stato un modo per migliorarsi e per capire il lavoro svolto dagli scrittori, che seppur per certi aspetti assomiglia al mestiere dell’attore, sono molto diversi, quasi opposti.
Rosaura, protagonista del libro, ha il corpo ricoperto di tatuaggi, ognuno ha una storia e si trova in una posizione precisa. Guanciale ci fa riflettere sul gesto di scrivere sulla propria pelle, quindi il rapporto che abbiamo con il nostro corpo. Secondo lui, tatuarsi è prendere una parte di sé e farla propria. Tatuandosi si lancia un messaggio, infatti il tatuaggio è una delle più antiche forme di comunicazione e ha origine da rituali.
In “Inchiostro” assistiamo alla crescita di Rosaura, lungo un viaggio quasi onirico, e ai suoi cambiamenti: dentro la sua pancia una nuova vita sta nascendo.
L’autore, continua, sottolineando l’importanza di accettare che la formazione non si interrompa mai perché c’è sempre qualcosa da imparare, siamo in costruzione perenne. E come ci insegna la letteratura, una storia di formazione si può vivere in un secondo come in un sogno oppure anche in un battito di ciglia.
La presentatrice si è congratulata per lo sguardo femminile e la delicatezza inconsueta con la quale Guanciale ha trattato la maternità di Rosaura nel romanzo. Anche i personaggi che la protagonista incontra sono molto particolari, colpiscono per la loro familiarità; questa familiarità la ritroviamo anche nelle illustrazioni di Daniela Volpari. Dopo la lettura teatrale di un passaggio sugli incontri di Rosaura, Valentina Gasparet propone all’autore un’ipotetica rappresentazione teatrale del romanzo. Guanciale, afferma che sarebbe bello se ce ne fosse l’occasione dato che il suo libro ha un legame con il teatro: anticamente Rosaura è una maschera dell’arte ripresa anche da Goldoni.
L’incontro si è concluso con un omaggio a Trieste da parte dell’autore: ”Trieste è come se fosse scritta dalle persone, ogni volta che ci cammini stai scrivendo anche tu una nuova storia”.