Cronache, Salone del Libro 2022

Giovanni Falcone: non un santo, ma un lavoratore dello Stato


Giovanni Giudice, Francesco Capone, Riccardo Maria Borca Redazione Book Blog


Oggi, domenica 22 maggio, al Salone di Torino, Marcelle Padovani ha presentato il libro Giovanni Falcone. Trent’anni dopo, edito Sperling&Kupfer.

Lo scopo dell’autrice è quello di ” normalizzare “figure come quella di Giovanni Falcone, poiché le loro azioni non devono essere considerate irripetibili: non bisogna pensare a  Falcone come a un eroe o a un santo,  altrimenti diventerebbe una figurata isolata.

La giornalista ha descritto molto bene l’ex magistrato lodandone la concretezza e la capacità di portare avanti un’ipotesi senza supposizioni né preconcetti, a differenza di come tradizionalmente accadeva in Sicilia. Padovani inoltre definisce Falcone un “illuminista siciliano” per via del suo approccio metodico, coerente e razionale.

Ciò si rifletteva anche nell’accuratezza del suo linguaggio sia nel rapporto con i giornalisti, sia con i pentiti, tanto da rispettare il gergo tipico della mafia quando dialogava con i collaboratori di giustizia come nel caso di Tommaso Buscetta.

L’autrice ci ha dato anche uno spunto di riflessione sul presente e sul futuro della lotta contro la mafia. Ora ha un nuovo modo di agire: dopo aver capito che combattere lo Stato con la violenza è controproducente, non troviamo più mafiosi “con la coppola” che imbracciano le armi, ma piuttosto suoi affilati infiltrati nei consigli di amministrazione.  La mafia sta creando una vera e propria classe dirigente.

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