“Abbiamo deciso di scrivere questo libro per raccontare il Sahel non in bianco e nero come spesso fanno i giornali ma seguendo una scala di grigi in modo da poter spiegare al meglio tematiche lontane nello spazio ma sempre più vicine a noi”
Così Andrea de Georgio risponde alla domanda di Francesca Sibani, editor di Africa e Medio Oriente per Internazionale, aprendo l’incontro tenutosi il primo ottobre alle ore sedici nell’affascinante chiostro di San Paolo a Ferrara; prima di parlare dell’evento in sé è però necessario spiegare cosa si intende con il termine “Sahel” quanto ad ambientazione e a parte del titolo del libro Il gioco del Sahel: dalle carovane di sale ai Boeing di cocaina; la parola deriva dall’arabo Sahil e significa “bordo del deserto”; la si utilizza per riferirsi all’area geografica africana che si estende tra il Sahara e la savana.
L’interesse dei due autori per questa terra che li ha portati a scrivere questo libro, come loro stessi hanno detto nel corso dell’incontro, nasce da motivi diversi. Per Marco Aime, scrittore italiano e docente di antropologia culturale presso l’Università di Genova, tutto accade dopo aver letto Dio d’acqua di Marcel Griaule e dal conseguente viaggio in Mali nel 1984. Per Andrea de Georgio, giornalista e scrittore italiano, è stato merito del fratello che per primo, dopo uno stage di musica in Burkina Faso, si è innamorato dell’Africa trasmettendogli poi questa passione.
Il volume, pubblicato da Bollati Boringhieri il mese scorso, è uscito nelle librerie in un periodo in cui la zona del Sahel e il vicino Afghanistan, per ragioni diverse, stanno subendo grandi mutamenti che li hanno riportati al centro dell’attenzione internazionale e di conseguenza nuovamente esposti a opinioni e profondi pregiudizi. Infatti un’altra motivazione che ha spinto gli autori a scrivere questo libro è stata la volontà di cambiare il pensiero di molti, che immaginano ancora questo territorio come “una grande distesa di rocce” raccontandolo in modo chiaro e semplice in cinque capitoli, ognuno dedicato ad un tema diverso. Il primo capitolo infatti si intitola “La terra”, il secondo “L’acqua, a seguire “Il libro”, “La frontiera” e infine “La città”.
Questo libro dunque racconta un territorio dalle mille sfaccettature e in continuo cambiamento, sempre più instabile a causa della presenza di molti fondamentalisti islamici, dei numerosi conflitti, dei pericolosi traffici non solo di droghe e armi, ma anche di uomini, e del rapido cambiamento climatico che sta minacciando sempre più pericolosamente le vite degli abitanti del Sahel poiché sta alternando periodi di grande siccità e alluvioni mettendo in ginocchio migliaia di famiglie e non solo.