“Che bello, fa ancora caldo!”. Queste parole vengono pronunciate ogni giorno di più. Raccontare il cambiamento climatico, soprattutto ad una platea giovane, è un’ardua impresa: Federico Taddia, infatti, con la sua ultima pubblicazione, “Bello Mondo”(scritto insieme ad Elisa Palazzi ed edito da Mondadori nel 2023), si pone questo obiettivo.
Dunque, domenica ottobre, presso l’Ex Refettorio, il divulgatore scientifico ha dialogato con il meteorologo Federico Grazzini proprio su questo tema. I due relatori hanno preso spunto dal clima della stessa giornata in cui l’incontro si è svolto, con temperature molto elevate, nonostante il periodo dell’anno autunnale. Spiegare fenomeni come questo è molto complesso, ma è proprio grazie ad una tale difficoltà che si riesce a dare concretezza scientifica ai dati divulgati.
Come si traducono in pratica gli effetti dell’aumento di un grado centigrado su scala globale? Se non si trova la forza di invertire la rotta, tutto ciò che un tempo era considerato un evento estremo finirà per diventare abituale, ma non meno dannoso. Arma fondamentale per fronteggiare l’emergenza è la comunicazione che, per essere efficace, deve essere portatrice di dati scientifici, di evidenze tangibili.
Il relatore ha dunque riflettuto su una questione particolarmente dibattuta: la relazione tra l’aumento delle precipitazioni e il riscaldamento globale. Mentre l’alta pressione proveniente dal deserto del Sahara provoca una diminuzione delle precipitazioni quando il clima è sereno, nel momento in cui si formano le nubi il vapore acqueo in eccesso si manifesta in tutta la sua potenza.
Fin dal 1979 l’aumento delle temperature era un problema già chiaro e perfettamente inquadrato: l’unico fenomeno naturale in grado di spiegare tutto ciò è stata sin da quel momento la continua emissione di gas serra nell’ambiente. Gli Stati maggiormente responsabili dell’innalzamento delle temperature sono risaputi, ma quello che si auspica è che proprio questi si dimostrino propensi a cambiare la situazione. La chiave per ottenere il risultato sperato è unirsi in gruppo, ragionare insieme, unire le forze. Il percorso da fare sarà lungo: alla scienza spetta il compito di mostrarsi pronta a sostenere tutti i giovani volenterosi di un cambiamento.